I PROGETTI DI COMUNICAZIONE DEVONO AVERE UN SENSO, UN PERCHÉ E UN VALORE

Post Image

Mi capita di confrontarmi con colleghi. Mi dicono che i clienti vogliono sempre apportare modifiche, che fanno svariate revisioni. Che le proposte per un restyling dell’immagine sono sempre tre ad esempio. Insomma, “buona la prima” non accade mai. Perché? Prima di tutto è importante ascoltare.

Racconto la mia esperienza.

1 Selezione del progetto

Non mi importa che un cliente sia piccolo o grande. L’importante è che siamo in sintonia e io sappia di poterlo accontentare. È essenziale che ami le cose fatte bene.
Quando inizio, ci metto passione e determinazione. Voglio essere orgogliosa di ciò che faccio e che il mio cliente sia più che contento. Seguo ogni dettaglio. Non mi avventuro in strade che porterebbero insoddisfazione a uno dei due. Per questo è importante che io non parli di me ma che parli il cliente.
Qui propensione o formazione nell’ambito della psicologia sono importanti., come un certo fiuto. E io sono una grande sostenitrice dell’olfatto e della sua potenza.

2 Fase dell’ascolto

È la più importante. Non può durare tre ore, non può essere un brief inviato e restituito per iscritto. Io devo leggere nelle persone anche ciò che non riescono a dire. Meglio se posso anticipare un desiderio o bisogno che avevano. Il fine è andare oltre le aspettative.

Prima di presentare un progetto ho bisogno di conoscere le persone. E, a parte una serie di domande pronte, ne preparo molte altre dopo il primo incontro. Devo sapere come rendere felice chi ho di fronte. Devo sapere come centrare l’obiettivo. Devo avere molti elementi perché non siano progetti solo esteticamente belli ma funzionali.
Devono avere un richiamo ai valori o alle caratteristiche del marchio: a volte può essere l’arte, a volte la letteratura, la natura, il design, lo sport

Ogni cosa nasce dall’ispirazione che l’azienda, e quindi le persone, mi danno.
Qui l’attenzione, l’empatia insieme alla capacità di leggere le situazioni e le persone, sono fondamentali per fare le domande giuste.

3 Lo studio

La seconda fase prende molto tempo. Ed è lì che creo e trasformo percezioni, dati, informazioni, contesti, bisogni in immagini, parole e infine strumenti

Qui è importante l’ispirazione, la creatività intesa come saper collegare le cose, l’esperienza, la cultura e anche aver lavorato con persone di talento, dei Maestri. Fondamentale è circondarsi di persone da cui imparare.

4 – Il team

Dopo lo studio compongo il team che ritengo adatto al progetto, scegliendo i professionisti in linea con quanto devo realizzare. Qui sono importanti le relazioni e la reputazione.

5 – La realizzazione

Passo molto tempo a trasferire esattamente a ciascuno la direzione all’inizio.

È fondamentale dare un navigatore con tutte le informazioni. Poi lascio autonomia creativa e supervisiono. Controllo ogni fase, che tutto sia coerente e il risultato finale.


Non faccio tre proposte perché il tempo lo dedico a una. Se lo dividessi per tre, due probabilmente sarebbero buttate a caso e una non curata abbastanza.

Se sei un sarto che crea un abito su misura non puoi proporre tre taglie.  Perché se studi bene gli elementi la direzione è una. Qui sono importanti assertività e chiarezza.

6 – La presentazione

La presentazione avviene spiegando tutte quelle che sono state le scelte. In profondità: il senso e i perché.

Se sono miei clienti vuol dire che apprezzano la cura, i dettagli, la cultura che ci può essere dietro a ogni singolo passo. Racconto l’artista che ha ispirato il progetto, il perché ho scelto un archetipo, perché c’è quel colore, quel tono di voce.

Chi ho di fronte compra la mia testa, il mio pensiero ed è mio dovere condividere tutte le riflessioni. Solo alla fine vedrà il lavoro.

Molte volte ho visto persone commuoversi. Quella è la soddisfazione più grande. Sono commossi perché qualcuno li ha capiti.

Io non potrei lavorare diversamente, la mia missione quotidiana è dare entusiasmo a chi affronta un percorso imprenditoriale, veicolare un’identità riconoscibile e unica.
Come potresti fare un restyling, un rebranding, un artbook, un evento senza capire che intorno a tutto questo ruota un mondo di emozioni, sogni, voglia di lasciare il segno e fare la differenza?

Che questi progetti alla fine devono essere motori per tutta un’altra serie di attività aziendali?

Che coinvolgono in modo più o meno forte tutte le persone che lavorano con e per quell’azienda e che hanno l’occasione di capire di che mondo intangibile fanno parte?


Qui sono importanti le tecniche, lo storytelling, la precisione e soprattutto l’empatia.

Archivio fotografico: © virtosmedia, 123RF Free Images

    Contattami


    Prev
    PARLARE MENO DI NOI E PIÙ DI VOI
    Next
    LE T-SHIRT AZIENDALI SECONDO ANNOLUCE
    Comments are closed.