CREARE ESPERIENZE SENSORIALI NELL’ENOGASTRONOMIA

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I sensi sono molto potenti nella scelta di un ristorante e imprimono ricordi nella nostra memoria.

Ho sentito, da quando sono piccola, frasi come “guardo quanta gente c’è nel parcheggio per capire se si mangia bene”, oppure “vado subito a vedere la toilette per farmi un’idea” o “scelgo ristoranti con la cucina a vista”.

Eppure questi tre elementi di valutazione non hanno nulla a che vedere con il gusto. Che ho deciso di non trattare in questo articolo.

Parlo invece di altri sensi che permettono di creare esperienze sensoriali uniche e indimenticabili.

La vista

La vista e i relativi aspetti visuali sono molto importanti per un’esperienza enogastronomica. Fin dalla consegna del menù. Oggi troviamo quasi ovunque l’adesivo con QR code, rimasto dopo la pandemia. Vi piace? O un menù sapientemente strutturato con una font gradevole e realizzato con materiali piacevoli al tatto vi può già dare degli indizi sullo stile del ristorante?

Quanto potere hanno le foto dei piatti, se ben scelte e realizzate, di condizionare il vostro appetito?

Anche la scelta del colore del piatto non deve essere casuale, come non lo è l’associazione di colori e consistenze da creare in una portata.

Una tavola apparecchiata curando i dettagli, creando un’atmosfera anche con le luci sapientemente posizionate dà immediatamente una percezione diversa da una tavola con fiori artificiali. Non c’è bisogno di specificare quanto certi elementi portino con sé altre valutazioni.

La cucina a vista piace, è una forma di partecipazione, è coinvolgente e rassicura, come l’analisi della toilette, sulla pulizia del luogo.

Ricordo un locale dove ordinai degli spaghetti alle vongole squisiti. Chi li aveva preparati sapeva cucinare molto bene. Purtroppo l’impiattamento era davvero scadente come la tipologia di piatto. Il prezzo di quella portata era di 10 euro. Se ci fosse stata una tovaglia migliore e un piatto semplice ma adeguato, quella portata sarebbe potuta costare 15 euro senza che nessun cliente si lamentasse.

L’olfatto

E veniamo al mio senso preferito: l’olfatto. Quando si parla di memoria olfattiva ci si riferisce a una particolare sfera del settore cerebrale che è in grado di mettere in connessione odori e ricordi nel giro di un respiro.

Come avviene questo processo? L’olfatto è tra i sensi più immediati, è impossibile da ignorare.

Quando si sente un cattivo odore, infatti, si è assaliti subito da nausea e fastidio, sensazioni che non è possibile controllare. Quando invece si sente un profumo che ci piace, come può essere quello del pane, di una torta sfornata, ci si sente avvolti da una sensazione di benessere.

A queste sensazioni si possono associare anche i ricordi, riportandoci alla situazione in cui ci trovavamo durante l’infanzia ad esempio. Le bucce di arancia per me sono un viaggio nel tempo nella cucina di mia nonna, che le appoggiava sopra la stufa diffondendo un profumo che donava allegria e benessere.

L’olfatto è tra i cinque sensi il più efficace perché entra in contatto con il cervello e con i sistemi preposti a elaborare le informazioni ricevute. Ed è proprio sul potere della memoria olfattiva che si basa il marketing sensoriale.

Quando si diffondono particolari profumi in un ambiente, un negozio, un ristorante, un albergo, un centro benessere, si suscitano nel cliente sensazioni gradevoli che inducono la persona a rimanere più volentieri nel locale e di conseguenza aumenta la propensione all’acquisto.

Accade soprattutto quando quel profumo rievoca nella memoria del consumatore i ricordi felici del suo passato, momenti in cui si è sentito sicuro, amato. Queste sensazioni spingono all’acquisto per la voglia di tenere con sé quelle sensazioni, magari rimaste assopite per anni.

L’olfatto è un senso diverso dagli altri, sottovalutato quanto il gusto è sopravvalutato. «Circa l’80% dei sapori che noi pensiamo di percepire con il gusto ci arrivano invece grazie all’olfatto», dice Roberta Deiana autrice dell’Atlante degli Odori Ritrovati (Harpercollins).

L’olfatto è il senso più sfuggente e misterioso, per questo quasi magico, e con due super poteri: il primo è la sorpresa, cioè arriva quando meno te lo aspetti, si manifesta all’improvviso e la sua presenza allora diventa totalizzante; il secondo, è l’emozione, perché connesso a ogni odore che amiamo c’è uno stato d’animo, un ricordo, una memoria”, “un vissuto emotivo che  – aggiunge Deiana –  si scatena in tutta la sua intensità senza che neanche ce ne accorgiamo”. 

Scopri al link di questo articolo la potenza dell’olfatto.

Il tatto

Il tatto è un altro senso importante per un’esperienza specifica del brand. Dal tessuto della tovaglia al materiale della sedia. Quest’ultima può regalare un comfort che condizionerà il pasto ed è importante prestare attenzione alla scelta. Le posate e la loro pesantezza, la tipologia di piatti, tutto ciò che entra a contatto con il nostro senso del tatto farà la sua parte nella percezione del tempo trascorso in un locale.

O, se si tratta di delivery o asporto, bisogna dare attenzione alle confezioni che vengono realizzate.

L’udito

E infine l’udito, anch’esso importante in quanto capace di dettare il ritmo dell’ambiente. Le musiche veloci puntano a una permanenza breve dei clienti, le musiche lente e piacevoli a far permanere più a lungo gli ospiti. Di alcuni ristoranti o locali ricordo la musica e l’atmosfera e non cosa ho mangiato.

Ero stata in un luxury hotel in Austria, nella bellissima località di Seefeld. Pranzai davanti a delle vetrate che davano su un paesaggio meraviglioso dove cadeva la neve. Di fronte a noi, un musicista creava con il suo sax un’atmosfera indimenticabile. Cosa mangiai non lo ricordo affatto, ma tornerei sempre in quel luogo per rivivere quella magia.

E, oltre ai suoni in filodiffusione, vi sono anche altri suoni che possono attirare l’attenzione, per esempio quelli di cottura. Penso ai locali di carne argentina che portano delle piastre dove si sente lo sfrigolio della carne. O alla croccantezza resa da una preparazione, a una cialda che viene inserita, al rumore del tappo di una bottiglia di vino che segna un momento di festa o allegria.

I suoni sono trigger sensoriali che catturano l’attenzione e si fissano nella memoria, per poi ripresentarsi quando sceglierete un locale.

Clicca su questo link per l’articolo sul potere del percezione: il tappo della bottiglia di vino.

Archivio fotografico: © virtosmedia, 123RF Free Images

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