COME TOCCARE LE CORDE DEL CONSUMATORE?

Ricordo che all’inizio della mia esperienza lavorativa nella comunicazione, quando ancora non vi erano gli studi attuali sulle neuroscienze, sentivo che il marketing di prodotto aveva dei grossi limiti.
Come ho iniziato a lavorare vent’anni fa
Dovevo spingere in Italia una nuova tecnologia, un sistema sconosciuto e che, tramite mere descrizioni tecniche e immagini di prodotto, non avrebbe potuto raggiungere l’apprezzamento del pubblico. Volevo parlare tramite un linguaggio diverso, formato da fotografie, immagini, colori, musiche e delle narrazioni che portassero il pubblico su un piano emotivo, quello che oggi si chiama marketing emozionale.
Sapevo che le decisioni non vengono prese razionalmente ma non avevo dati o materiale scientifico a supporto. Ho potuto sperimentare: quando funzionava continuavo su quella strada, quando non ero soddisfatta esploravo tecniche diverse.
Cosa sappiamo oggi
Oggi sappiamo che il 95% di una decisione avviene in modo inconscio, ai tempi non avevo statistiche ma la pratica mi ha portato a comprendere che serve una spinta diversa per far sentire felice un consumatore del proprio acquisto.
Negli anni portai avanti questo percorso cercando di utilizzare di volta in volta strumenti diversi, che coinvolgessero tutti i sensi. Creavo ambienti in cui si potessero immedesimare le persone che potevano permettersi quei prodotti, degli scenari emozionanti (dove il prodotto non era il protagonista, lo era la percezione che vivere in quel modo fosse meraviglioso) e far sognare chi non poteva in quel momento accedervi.
Quei prodotti tecnologici creavano un mondo, chi li acquistava poteva appagare il senso di appartenenza da sempre insito nell’uomo e permettevano uno step ulteriore: faceva sentire gli acquirenti un passo avanti, dei pionieri.
Oggi le neuroscienze validano tutto quello che ai tempi era mio sentire e che ho avuto modo di sperimentare negli anni di lavoro: il tocco dell’anima è ciò che più spesso rende memorabile un’azienda e i suoi prodotti.
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